Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 12 nov, 2024

Tavolo Asilo Immigrazione: la sospensione del giudizio sulle convalide ribadisce che il Protocollo con l’Albania è impraticabile e lesivo dei diritti

Tavolo Asilo Immigrazione: la sospensione del giudizio sulle convalide ribadisce che il Protocollo con l’Albania è impraticabile e lesivo dei diritti | A Buon Diritto Onlus

Roma, 11 novembre 2024 - Il Tribunale di Roma sospende il giudizio sulla convalida dei trattenimenti dei sette richiedenti asilo presenti nel centro di detenzione di Gjader, in Albania. 

I giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma hanno ritenuto necessario disporre un rinvio alla Corte di giustizia europea per chiedere se la designazione di uno Stato terzo come Paese di origine sicuro con esclusione di alcune categorie di persone sia compatibile con il Diritto dell’Unione europea. 

Intanto i 7 richiedenti asilo ancora detenuti in Albania  dovranno  intraprendere un altro viaggio che li porti finalmente in Italia. Le persone che la missione del Tavolo Asilo e Immigrazione ha avuto modo di incontrare in Albania in questi giorni sono disorientate, stanche e spossate da una procedura insensata le cui conseguenze si giocano sulla loro pelle. 

Con la pronuncia della Corte di giustizia europea speriamo si possa mettere un definitivo fine all’implementazione del vergognoso Protocollo Italia- Albania. 

Quello che la missione congiunta del Tavolo Asilo e Immigrazione  e il Gruppo di contatto di parlamentari ha avuto modo di osservare è una gestione scellerata delle migrazioni, dove i diritti di chi cerca di arrivare in Italia e in Europa sono seriamente a rischio. Brutalizzati da procedure dove le garanzie stabilite dal nostro ordinamento e dalla nostra Costituzione non possono essere applicate. E con una forzatura del diritto dell'Unione europea incompatibile con gli obblighi del nostro Paese.

Questi eventi dimostrano quanto sia fallimentare cercare di implementare un piano che non ha altro fine se non quello di mettere in piedi un sistema lesivo dei diritti fondamentali di richiedenti asilo e rifugiati per ragioni che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico e con la civiltà giuridica del nostro Paese.