Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 10 lug, 2023

Situazione a Sfax: salvaguardare la vita umana

Situazione a Sfax: salvaguardare la vita umana | A Buon Diritto Onlus

In un momento in cui l'Unione europea (UE) sta negoziando un "partenariato rafforzato" con la Tunisia, con promesse di aiuti finanziari in cambio di una maggiore cooperazione in materia di migrazione, un accordo basato sul rafforzamento della riammissione dei migranti illegali e un consolidamento del ruolo della guardia costiera tunisina nell'intercettazione dei migranti in mare; e davanti alla totale assenza di reazioni da parte delle autorità tunisine, anche solo per invitare alla calma e garantire la sicurezza e l'integrità fisica di tutti gli interessati, la città di Sfax è stata teatro di numerosi scontri tra la popolazione locale e i migranti subsahariani che vivono nella città. Questi scontri, di una violenza senza precedenti, hanno causato vittime da entrambe le parti.

Prendendo a pretesto questa situazione, le autorità tunisine stanno attuando da diversi giorni un'ondata di arresti seguiti da deportazioni forzate e illegali, effettuate sotto minaccia, con l'obiettivo di "epurare" la città da tutte le persone di origine subsahariana, trasferendole dal centro e dalle città del governatorato di Sfax verso destinazioni sconosciute.

I video che circolano sui social network mostrano una moltitudine di autobus che arrivano da Sfax e si dirigono verso il confine tunisino-libico trasportando migranti. Queste persone si ritrovano abbandonate in luoghi deserti, con temperature che sfiorano i 50 gradi e lasciate a sé stesse senza alcuna assistenza o risorsa.

Secondo diverse fonti concordanti e ben informate, tra cui testimonianze sul campo, è stato confermato che un gruppo di 28 persone risulta disperso, mentre un altro gruppo di 20 persone, tra cui richiedenti asilo, donne e bambini, è stato riportato nella zona di confine di Ras Jedir. Questi eventi sono stati accompagnati da gravi violazioni dei diritti umani: deportazione illegale e arbitraria sotto minaccia, distruzione di telefoni, mancanza di assistenza medica e ostetrica, maltrattamenti e violenze.

Ad oggi, nessuna comunicazione ufficiale è stata rilasciata dalle autorità in merito alla sorte di migliaia di cittadini stranieri in questa situazione.

Queste pratiche delle autorità tunisine si basano presumibilmente sulla presunzione che i cittadini stranieri abbiano attraversato la Libia o l'Algeria prima di entrare in Tunisia, anche se alcune persone sono state arrestate mentre cercavano di lasciare il territorio tunisino, sono state intercettate in mare e riportate sulla costa tunisina, o sono arrivate per via aerea invece di attraversare i Paesi vicini.

Le azioni delle autorità tunisine costituiscono una chiara violazione delle disposizioni della Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati, ratificata dalla Tunisia nel 1957. La Convenzione dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA) del 1969, che disciplina gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa, stabilisce inoltre che "nessuno può essere sottoposto da uno Stato membro a misure quali il rifiuto di ammissione alla frontiera, il respingimento o l'espulsione che lo obblighino a ritornare o a rimanere in un territorio in cui la sua vita, la sua integrità fisica o la sua libertà sarebbero minacciate per i motivi enumerati all'articolo 1, paragrafi 1 e 2".

In questo senso, le espulsioni verso la Libia, che non può in alcun modo essere considerata un Paese sicuro in cui rimpatriare i migranti, non rispettano il diritto internazionale e regionale e il principio di non respingimento. Vorremmo sottolineare che queste espulsioni arbitrarie e illegali sono diventate una pratica comune.

Questo episodio è tanto più grave se si considera che la Libia è un Paese privo di una legislazione sul diritto d'asilo e dove le pratiche di violenza, tortura e schiavitù contro i migranti, molti dei quali si trovano in uno stato di grande vulnerabilità, sono state ripetutamente documentate e condannate dalla comunità internazionale.


Le organizzazioni firmatarie:

- Condannano fermamente gli atti di violenza commessi contro le due popolazioni e chiedono alle autorità tunisine di svolgere indagini imparziali per fare piena luce su questi fatti e azioni;

- Ricordano che le politiche dell'Unione Europea di esternalizzazione delle frontiere ai Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che costringono quei paesi a fare da guardie di frontiera, hanno ampiamente contribuito all'attuale drammatica situazione;

- Denunciano le violazioni dei diritti umani subite dai migranti subsahariani in Tunisia;

- Chiedono un'azione urgente per porre fine a queste operazioni di respingimento arbitrarie e illegali, di garantire un'assistenza adeguata e dignitosa a queste persone e di consentire alle organizzazioni umanitarie di intervenire;

- Esortano le autorità tunisine a prendere con urgenza le decisioni politiche necessarie per stabilire un meccanismo e un circuito chiaro per l'assistenza agli stranieri sbarcati in mare e per garantire un trattamento umanitario in linea con gli impegni assunti dalla Tunisia in questo settore.


Le associazioni firmatarie:

Forum Tunisien des droits sociaux économiques (FTDES)

Ligue Tunisienne des Droits de l’Homme LTDH

Syndicat national des journalistes tunisiens (SNJT)

Association tunisienne des femmes démocrates (ATFD)

Beity

Avocats sans frontières (ASF)

Aswat Nissa

L’Association Intersection pour les droits et les Libertés

Organisation Mondiale contre la torture (OMCT)

Association Lina Ben Mhenni DAMJ- Association tunisienne pour la justice et la légalité

ASSOCIATION DES IVOIRIENS ACTIFS EN TUNISIE-ASSIVAT

Association MADA pour la citoyenneté et le développement

ADDCI ZARZIS

EuroMed Rights

Minority Rights Group International

L’association 3A2M

L’association Maldusa

L’association Patrimoine pour l’Économie Solidaire (Ftartchi)

Legal Agenda – Tunis

Al bawsla

L’association Kalam

Psychologues Du Monde – Tunisie

L’association Ifriqiya

Afrique Intelligence

International Alert

Comité pour le respect des libertés et des droits de l’Homme en Tunisie (CRLDHT)

Fédération des Tunisiens pour une citoyenneté des deux rives (FTCR)

Association Tunisienne pour les droits et les libertés ADL

A Buon Diritto



Foto di Luca Bonaventura