Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 18 feb, 2022
Letteratura d'evasione: un libro scritto dai detenuti del carcere di Frosinone
Che cosa significa essere liberi? Potere uscire di casa tutti i giorni quando si vuole, mangiare a qualunque ora del giorno e della notte, andare a correre in un parco, a scalare una montagna, a fare un tuffo nel mare, fare l’amore con la persona che si desidera ogni volta che se ne ha l’occasione. E come si fa a essere liberi quando ciascuna di queste cose è negata?
Una risposta provano a darla i detenuti del carcere di Frosinone con i testi che formano questa antologia. Composto durante il laboratorio di scrittura ideato e condotto da Ivan Talarico, nell’ambito del progetto Fiorire nel pensiero curato e ideato da Federica Graziani con A Buon Diritto, questo insieme di racconti, brevi autobiografie, pagine diaristiche, lettere, surrealistici «cadaveri squisiti» e altri esercizi letterari rappresenta una rottura delle pareti che separano l’esterno del carcere dalla realtà al suo interno, permettendo sia a chi legge sia a chi scrive di abitare insieme uno spazio di confronto e vicinanza: quello della letteratura.
Uno spazio di libera espressione nel quale gli autori danno voce al proprio passato, ai propri sogni e alle proprie paure, descrivono gli ambienti della prigione e le planimetrie di città immaginarie, inventano storie a partire da una fotografia e si reinventano come personaggi di finzione, condividono ricordi e parlano di amore e di morte, di errori commessi e di scelte fatte con coraggio.
Arricchita dalle prefazioni di Luigi Manconi e Alessandro Bergonzoni, Letteratura d’evasione, edito da Il Saggiatore, è una testimonianza della potenza liberatoria e rigenerante della scrittura. Un’opera corale che è anche una riflessione sulla reclusione e sulla possibilità che un carcere non sia solo un punto di arrivo ma anche un nuovo inizio.
«Nel letto dei vostri scritti mi adagio e sogno, ma non dormo. Mi svegliate alle vite, le vostre e le mie, che adesso riconosco.»
Dalla prefazione di Alessandro Bergonzoni
«Questo libro dimostra la forza irriducibile della vocazione dell’uomo a narrare e a narrarsi. E, con ciò, a emanciparsi da vincoli e costrizioni di qualunque specie.»
Dalla prefazione di Luigi Manconi
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