Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 07 mag, 2022
Ex Penicillina: la soluzione non possono essere gli sgomberi
Venerdì 6 maggio di prima mattina c'è stato l'ennesimo sgombero dell'ex fabbrica della Penicillina sulla via Tiburtina a Roma, con un grande dispiego di forze.
Siamo alle solite: si sgombera, ciclicamente, senza tenere conto delle persone e delle loro storie.
Come nel caso di A., dal Togo, che avevamo conosciuto proprio all'ex fabbrica e che dopo alcuni anni è stato costretto a tornarci.
A. lavora e ha un permesso di soggiorno ma non riesce ad affittare casa perché gli chiedono un contratto a tempo indeterminato. Non sa dove andare, per questo da sei mesi è tornato a dormire nell'edificio.
Nel 2017 per diversi mesi abbiamo fornito assistenza legale a chi viveva nell'ex fabbrica, fino allo sgombero in pompa magna del 2018 voluto dall'ex ministro dell'Interno Salvini. Da anni denunciamo le condizioni di questo posto, ma la situazione non è cambiata di molto: continua a mancare un'idea strutturata di cosa fare e di quali soluzioni offrire a chi, non avendo altro posto dove andare, si trova costretto a viverci.
L'ex fabbrica, lo ricordiamo, è un'enorme struttura fatiscente e pericolosa, piena di rifiuti tossici e amianto. Non è sicura per le persone che sono costrette a viverci né per gli abitanti della zona. Va chiusa e bonificata, e chi si trova al suo interno deve essere ascoltato e accompagnato in un percorso di inserimento sociale e abitativo.
Le soluzioni che sono state finora messe in campo sono invece sempre le stesse: politiche repressive e securitarie lì dove si dovrebbero ascoltare i bisogni e le necessità delle persone.
Essere poveri non è una colpa. Trattare la povertà come una questione di mero ordine pubblico invece sì.
È ora che la politica cambi modo di agire e intervenga non con gli sgomberi, ma con soluzioni attente ai bisogni e ai diritti delle persone.