Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 05 apr, 2022
Caso Cucchi. Luigi Manconi: «Finalmente giustizia»
La Cassazione ha confermato le condanne per la morte di Stefano Cucchi: 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale ai carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Una sentenza definitiva che arriva quasi 13 anni dopo la morte del ragazzo. Il percorso della giustizia è stato lungo e complicato, come ricorda Luigi Manconi, ex presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, presidente di A Buon Diritto Onlus.
L'intervista su Collettiva.it:
Manconi, lei ha seguito il caso Cucchi fin dai primissimi giorni. Si ricorda come ne venne a conoscenza e quali furono le sue prime impressioni all’epoca?
Ne venni a conoscenza per caso: all’epoca non ero parlamentare, svolgevo la mia ordinaria attività di docente di Sociologia dei fenomeni politici e, soprattutto, ero - come sono tutt'ora - presidente di 'A buon diritto', onlus che prestava molta attenzione alle vicende relative agli abusi di polizia. Quando appresi della cosa da un servizio del Tg3 indagai, per come era possibile fare, cioè sulla base di articoli di stampa molto esili e contraddittori e, insieme al presidente di Antigone Patrizio Gonnella, intervenimmo pubblicamente: scrivemmo un comunicato che, come anni dopo avrebbe detto il procuratore Musarò, diceva esattamente com'erano andate le cose. Il procuratore attribuisce, in effetti, a quel nostro comunicato una specie di capacità preveggente. In realtà, noi eravamo semplicemente stati molto attenti alle circostanze e avevamo seguito un percorso logico. Fatto sta che quella nostra ricostruzione che indicava nell’arma dei carabinieri la struttura presumibilmente responsabile delle violenze fu completamente ignorata. Addirittura lo stesso giorno in cui quel comunicato venne reso pubblico dalle agenzie, ricordo una telefonata di un cronista romano che tentò immediatamente d'indirizzare altrove la mia attenzione, evidentemente sollecitato da esponenti dell’arma dei carabinieri che già pochi giorni dopo la morte di Cucchi erano all’opera per depistare le indagini.