Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 26 ott, 2021
Settimo memorial per Stefano Cucchi
Il 22 ottobre 2009 Stefano Cucchi moriva nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini di Roma.
Stefano era stato fermato il 15 ottobre intorno alle 23.30 da alcuni carabinieri della stazione Appia e trovato in possesso di alcuni grammi di hashish e di farmaci per l’epilessia, inizialmente scambiati per ectasy.
Dopo essere stato portato nella caserma di via del Calice viene accompagnato a casa per la perquisizione. La perquisizione non dà risultati. Sarà l’ultima volta che sua madre lo vedrà vivo.
Dal giorno del suo arresto fino alla sua morte Stefano Cucchi attraversa un numero elevato di luoghi istituzionali e di apparati dello Stato: due caserme dei carabinieri, le celle di sicurezza, le aule e l’ambulatorio del Tribunale di Roma, l’infermeria e una cella del carcere di Regina Coeli, il pronto soccorso del Fatebenefratelli, il reparto detentivo del Sandro Pertini.
All'incirca 11 luoghi delle istituzioni: nessuno lo ha preso in carico, nessuno si è preoccupato della sua sofferenza. Stefano è stato lasciato solo da chi avrebbe avuto il dovere di prendersene cura.
Dopo la morte di Stefano entrammo subito in contatto con la famiglia Cucchi, che ci raccontò quanto accaduto e insieme alla quale provammo a ricostruire le varie tappe della vicenda. Quattro giorno dopo il nostro presidente Luigi Manconi e il presidente dell'Associazione Antigone Patrizio Gonnella inviarono alla stampa un comunicato in cui ricostruivano la vicenda di Stefano e chiedevano che si facesse chiarezza. Secondo il Pm Musarò quel comunicato scatenò "un putiferio" all'interno dell'Arma dei Carabinieri.
Per anni abbiamo assistito a depistaggi, inquinamenti delle prove, menzogne, omertà. Solo con molta fatica e grazie alla forza e alla determinazione della famiglia Cucchi e dell'avvocato Fabio Anselmo si è riuscito ad aprire uno spiraglio di verità che ha portato alle condanne a 13 anni in appello per alcuni carabinieri.
Venerdì 22 ottobre 2021, dodici anni dopo, abbiamo ricordato Stefano nel settimo memorial al Parco degli Acquedotti. Un momento importante, in un luogo simbolico, insieme alla sua famiglia e alle tante persone che in questi anni intorno alla figura di Stefano e alla sua storia si sono fatte comunità.
Oggi se molto è cambiato lo si deve ai familiari di Stefano: ai suoi genitori, a sua sorella Ilaria Cucchi, all'avvocato Fabio Anselmo, che con determinazione e coraggio hanno trasformato la loro sofferenza più intima in una battaglia collettiva non solo giudiziaria, ma culturale.
Noi siamo stati e continueremo a stare al loro fianco. Non abbassiamo la guardia, ma monitoriamo e vigiliamo perché i diritti acquisiti non sono mai scontati. E chiediamo che sia fatta al più presto piena giustizia e chiarezza sul sistema di depistaggi che troppo a lungo ha coperto i responsabili della morte di Stefano Cucchi.