Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 04 mar, 2021
Regolarizzazione 2020 a rischio fallimento
Come campagna Ero Straniero - L'umanità che fa bene abbiamo svolto una ricognizione rispetto allo stato di avanzamento dell’esame delle domande di emersione e regolarizzazione presentate da 200.000 cittadini stranieri tra giugno ad agosto 2020, in seguito all’intervento del governo col decreto “rilancio” di maggio 2020.
Avendo ricevuto moltissime segnalazioni di ritardi da parte delle persone che avevano fatto domanda e per monitorare i risultati del provvedimento abbiamo deciso di raccogliere i dati dal Ministero dell’Interno e da prefetture e questure italiane attraverso una serie di accessi agli atti.
Il quadro che ne è emerso è sconcertante, con ritardi gravissimi e stime dei tempi di finalizzazione delle domande improbabili, di anni se non decenni, in quasi tutto il territorio nazionale. Pochissime le eccezioni.
In sei mesi su 207.000 domande presentate sono stati rilasciati solo 1480 permessi di soggiorno, lo 0,71% del totale.
Abbiamo per questo deciso di denunciare questa situazione e di raccogliere dettagliatamente i dati in un dossier pubblico dal 4 marzo, che si può trovare qui. Qui invece la sintesi del dossier e qui i dati del Ministero ottenuti tramite accesso agli atti.
Il dossier ha l’obiettivo di mettere a fuoco le criticità riscontrate e chiedere un intervento immediato al Ministero dell’Interno per consentire a quante più persone di portare a termine la procedura avviata, vivere in sicurezza e lavorare legalmente nel nostro Paese.
Infine vogliamo ribadire che non è sufficiente un provvedimento straordinario per affrontare il tema dell'irregolarità del soggiorno. Serve una riforma organica della normativa italiana in materia di immigrazione, cittadinanza e asilo, uno strumento che dia la possibilità a chi è senza documenti ma lavora ed è integrato in Italia di mettersi in regola proprio a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o della presenza stabile sul territorio, come accade per esempio in Germania o in Spagna. Occorre introdurre canali di ingresso per lavoro che facilitino l’incontro dei datori di lavoro italiani con i lavoratori dei Paesi terzi senza costringere chi migra a farlo attraverso rotte irregolari sempre più pericolose.
Tutte queste soluzioni sono già previste dalla nostra proposta di legge di iniziativa popolare Ero Straniero, depositata in Parlamento il 27 ottobre 2017 con oltre 90.000 firme raccolte in tutta Italia.
Ora tocca solo al Parlamento discuterla e approvarla.
Dal canto nostro continueremo a vigilare e a lavorare affinché sempre meno cittadini siano invisibili nel nostro paese.