Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 08 dic, 2021
Chi ha liberato Patrick Zaki
Mentre la Ue mostra le sue vergogne e la sua pavidità su questioni cruciali (diritti umani, accoglienza dei migranti, stato di diritto) si traduce in una sorta di rigor mortis, viene alla luce un'altra Europa. Un'Europa di individui che si muovono velocemente, superando di un balzo solo le barriere etniche, linguistiche e culturali: soggetti non istituzionali e tuttavia informati e competenti, non legati ai partiti, eppure politicamente sagaci e solleciti del bene pubblico, non riconducibili alle internazionali del secolo scorso (socialista, popolare, conservatrice), ma cosmopoliti per esperienza e vocazione.
Sono i "giovani europei", le cui radici non sono circoscritte al perimetro del Vecchio continente, ma si allungano fino al Medio Oriente e al Nord Africa. Sono loro, da Berlino ad Atene, dal Cairo a Tunisi, che hanno tenuto viva la mobilitazione per quel giovane uomo, Patrick Zaki, sottoposto alla tortura di veder rinnovato, ogni 45 giorni, il dispositivo di una carcerazione insensata; sono loro che hanno comunicato questo sentimento di affinità elettiva con un "prigioniero di coscienza", che ha dormito per 660 notti sul pavimento di cemento della sua cella.
Un articolo di Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto, su La Repubblica dell'8 dicembre 2021