Pubblicato in 2020, Le notizie del portale a buon diritto il 30 dic, 2020
Si può rinchiudere un corpo ma non la mente
Con la fine di quest’anno complicato si è concluso anche un progetto a cui teniamo molto e che ci ha dato grandi soddisfazioni: il corso di scrittura creativa che abbiamo svolto nel carcere di Frosinone con il progetto Fiorire nel pensiero.
È stato un percorso emozionante ed entusiasmante, da cui abbiamo imparato molto.
Attraverso la scrittura le persone recluse si sono aperte e ci hanno raccontato le loro vite, si sono messe in discussione. Spesso ci hanno parlato del vuoto che vivono in carcere, di come il tempo in una cella sia fermo e le giornate tutte uguali tra loro.
È stato bello leggere di come la scrittura le abbia aiutate a dare forma ai loro pensieri, di come abbia riempito questo vuoto e ridato un senso, di come le abbia fatte sentire "libere".
Crediamo convintamente che sia questa la funzione che il carcere dovrebbe avere: offrire spunti e stimolare riflessioni, educare a conoscere per dare la possibilità di intraprendere un percorso diverso.
In un anno tragico per la situazione carceraria italiana, che ha visto 55 detenuti togliersi la vita e 34 bambini in cella con le madri, oltre al sovraffollamento ancora drammatico e al rischio di una diffusione incontrollata della pandemia all'interno di quegli spazi stretti e chiusi, siamo davvero felici del lavoro che è stato fatto con Fiorire nel Pensiero.
Tutto ciò è stato possibile grazie all'impegno e alla passione di alcune persone. Grazie a Ivan Talarico per il bravissimo insegnante che è e per averci affiancato lungo tutto il percorso, grazie a Federica Graziani per aver fortemente voluto questo progetto e avervi preso parte interamente. E grazie a tutte le persone detenute che abbiamo avuto la fortuna di conoscere in questi mesi e che hanno voluto condividere con noi con così tanta generosità parte delle loro storie e delle loro speranze. Il nostro più grande in bocca al lupo va a loro.