Pubblicato in 2020, Le notizie del portale a buon diritto il 26 mar, 2020
Bellanova: “Raccolti a rischio, i lavoratori stranieri vanno subito regolarizzati”
Su La Repubblica del 26 marzo 2020 Giovanna Casadio intervista la ministra dell'agricoltura Bellanova che risponde all’appello per gli ultimi dell'agricoltura lanciato da Luigi Manconi
«Le baracche-ghetto dei braccianti vanno sanate e i lavoratori immigrati regolarizzati. Ci vuole un provvedimento urgente, oltretutto con la mancanza di stagionali stranieri rischiano i raccolti». Teresa Bellanova, la Ministra dell’Agricoltura è stata bracciante e sindacalista. «Sono sfinita, anche psicologicamente. Devo dire alle decine e decine di agricoltori che mi chiamano che devono lavorare, perché il loro lavoro è essenziale».
Ministra, a mandare avanti la filiera essenziale dell’agroalimentare sono i braccianti, molti dei quali stranieri, sommersi, sfruttati. Chi pensa a loro?
«Voglio essere chiara: non esistono filiere sporche. E la nostra agricoltura è fatta di migliaia di aziende sane. Quelle che agiscono nell’illegalità vanno perseguite e noi ci siamo dotati di una legge, quella contro il caporalato per questo. La nostra agricoltura ha una presenza molto forte di lavoratori stagionali stranieri, per l’emergenza coronavirus rientrati nei Paesi d’origine. È un problema, ma un primo passo è la scelta della ministra Lamorgese di prorogare i permessi di soggiorno».
Luigi Manconi ha lanciato un appello per gli ultimi dell’agricoltura, lei cosa risponde? Ci sarà un provvedimento per regolarizzare gli irregolari e proteggere la loro salute?
«Sono importanti gli appelli. Io rispondo che abbiamo tre esigenze prioritarie: sconfiggere caporalato e clandestinità, impedire che nei ghetti, penso a Borgo Mezzanone, a varie situazioni in Campania, ci siano emergenze sanitarie, garantire alle imprese manodopera. Dobbiamo urgentemente mettere mano alla regolarizzazione, anche temporanea, dei lavoratori stranieri».
Arriveranno gli stagionali stranieri o si rischia che manchi la manodopera nei campi?
«Alcuni sono tornati, altri no. È l’occasione per comprendere che gli approcci ideologici contro i migranti non significano nulla».
Quali filiere potrebbero essere in pericolo?
«Tutte quelle in cui la manodopera straniera è determinante. Non solo l’ortofrutta, ma anche l’allevamento. Chiederei a chi prende il reddito di cittadinanza di fare qualche ora di servizio civile, ad esempio nella filiera della distribuzione».
Teme l’aumento dei clandestini?
«Non voglio temerlo, voglio evitarlo. Il caporalato è criminalità e mafia, e si nutre della clandestinità. Per questo vanno assolutamente smantellati gli insediamenti illegali, portando quei lavoratori nella legalità. E questione di umanità e giustizia».
Ci chiedono ancora sui prodotti italiani per l’export l’etichetta “coronavirus free”?
«Le sollecitazioni all’Europa hanno dato i loro frutti. Considero i blocchi alle frontiere e le richieste di certificati virus free da alcune piattaforme di distribuzione concorrenza sleale, indegna di un Unione dove esistono regole comuni. Ci sono multe fino a 60mila euro contro pratiche commerciali sleali. Il virus non si trasmette dal cibo all’uomo. E noi abbiamo un sistema di controlli tra i migliori al mondo».
Bastano i soldi per il settore agricolo?
«Nel Decreto Cura Italia ci sono ma sono necessarie risorse ulteriori di cui la filiera alimentare ha assolutamente bisogno».
Pensate a un futuro governo di ricostruzione con Draghi?
«Italia viva pensa che questo Paese abbia bisogno di una classe dirigente all’altezza. Draghi ha sguardo lungo coraggio e chiarezza».