Pubblicato in 2017, Le notizie del portale a buon diritto il 17 gen, 2017
Spero che oggi qualcuno chieda scusa alla famiglia Cucchi
L'Huffington Post, 17-01-2017
Luigi Manconi
Dopo otto lunghissimi anni, grazie al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e al sostituto Giovanni Musarò, la ricerca della verità sulla morte di Stefano Cucchi appare possibile.
La richiesta di rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale e altri reati nei confronti di cinque carabinieri dimostra, in maniera inequivocabile quali violenze e quali abusi, quali menzogne e quali falsi abbiano determinato la morte di un trentaduenne romano; e abbiano impedito per così tanto tempo indagini approfondite.
Oggi è possibile che i fatti siano infine accertati. Dal momento che siamo garantisti sempre e comunque e nei confronti di qualunque soggetto, aspettiamo l'esito del processo, ma dobbiamo registrare quello di oggi come un importantissimo passo avanti.
Le accuse, dovrebbe essere superfluo ricordarlo, non sono indirizzate contro l'Arma dei Carabinieri ma contro quei singoli appartenenti che, con comportamenti illegali, ne offendono l'onore.
Mi auguro che oggi qualcuno voglia chiedere scusa ai familiari di Stefano Cucchi e che, in particolare, a farlo sia qualche parlamentare "infingardo" che, da anni, commette il reato di vilipendio di cadavere, definendo Stefano Cucchi con i termini che gli suggerisce il proprio sordido vocabolario ("tossicodipendente, anoressico, epilettico, larva, zombie").