Pubblicato in 2017, Le notizie del portale a buon diritto il 01 mar, 2017
Quegli 800 mila giovani nati in Italia ma senza diritti
Zeroviolenza, 1 marzo 2017
di Luigi Manconi e Valentina Brinis
La legislatura sta per compiere il suo quarto anno di vita e sulla legge in materia di cittadinanza tutto tace, o quasi. Il testo di cui tanti chiedono la discussione, stato licenziato dalla Camera il 13 ottobre 2015 e da quel momento bloccato al Senato, alla Commissione Affari costituzionali.
Ieri, 28 febbraio, ancora una volta sono scese in piazza le persone straniere e non, interessate allargomento, e che da anni promuovono manifestazioni, sit-in, flash mob; e inviano cartoline alle pi alte cariche dello Stato per chiedere che la riforma venga infine approvata.
Da quel mese di marzo del 2013 (inizio della Legislatura), sono stati presentati alla Camera e al Senato diciotto disegni di legge di riforma dellattuale normativa, la 91 del 1992, perch non pi adeguata alla societ attuale e alla sua composizione. Quando era stata approvata, un quarto di secolo fa, gli stranieri presenti in Italia non raggiungevano il milione, cifra che oggi risulta quintuplicata. La scarsa lungimiranza di quella normativa consiste, tra laltro, nellaver sottovalutato il ritmo di crescita della popolazione immigrata e il suo mutamento interno. Se inizialmente gli stranieri presenti in Italia erano per lo pi uomini soli venuti per lavorare, con il passare degli anni questi ultimi sono stati raggiunti dalle loro famiglie o, una famiglia, lhanno formata in Italia. Sono nati dei figli che a loro volta hanno avuto dei figli e si posto un problema, tuttora irrisolto: come fare ad accogliere questi nuovi residenti nella maniera pi degna, tale da riconoscere loro diritti e poter richiedere loro doveri? Come fare per accoglierli a pieno titolo nel nostro sistema di cittadinanza? Come ottenere che, a quel sentimento di appartenenza allItalia presente in tantissimi di loro, corrisponda un adeguato status giuridico?
La legge 91 del 1992 prevede solo unesile possibilit di riconoscimento dello ius soli. Ovvero un brevissimo periodo di tempo (appena dodici mesi dopo il compimento del diciottesimo anno di et) nel quale consentito presentare la domanda di cittadinanza. Ma anche questa opportunit, in realt, precaria perch linformazione relativa scarsamente diffusa e, in ogni caso, non semplice accedervi. Di conseguenza, anche gli appena maggiorenni si troveranno a dover osservare prescrizioni e condizioni del tutto simili a quelle richieste agli adulti: la continuit della residenza anagrafica e del permesso di soggiorno.
La riforma ora al Senato presenta unimportante novit: non solo la cittadinanza sar ottenibile in tempi molto pi brevi di quelli attuali ma la sua acquisizione potr essere correlata alla frequentazione di un percorso scolastico (cosiddetto ius culturae). E non un elemento da poco, se si considera lelevato numero di studenti stranieri che frequentano le scuole italiane.
Limpatto immediato della riforma sarebbe lottenimento della cittadinanza da parte di quasi 800mila adolescenti nati o che hanno intrapreso un percorso di studi in Italia. Persone che attualmente sono legate al permesso di soggiorno (di questi tempi sinonimo di precariet), e che sono esclusi dai diritti previsti per i cittadini, come quello di voto. Ovvero il diritto di scegliere da chi essere governati. Bisognerebbe chiedersi dunque a cosa condurr la persistenza di questa esclusione. E allora: quante sono le probabilit che questa riforma della cittadinanza venga approvata? Difficile a dirsi. Tutti i provvedimenti che prevedono laffermazione di nuovi diritti o la pi efficace tutela di quelli gi riconosciuti non riscuotono oggi grandi consensi allinterno della classe politica e delle aule parlamentari.
Siamo a pochissime ore dalla pi acuta e drammatica divaricazione tra sensibilit collettiva e decisione politica: ci che mostra lo scarto enorme tra linteresse e laffetto suscitati dal suicidio assistito di Fabiano Antoniani e il balbettare un po pavido di gran parte dei rappresentanti delle istituzioni.
E cos, una legge ragionevolissima, come quella sulla cittadinanza, destinata al riconoscimento di diritti elementari e, in ultima istanza, a elevare i livelli di sicurezza per tutti (proprio per tutti: italiani, futuri italiani e non italiani), continua a incontrare resistenze sotterranee, ostilit sottili, opposizioni sordide o rifiuti melliflui. Sullo sfondo quella bonoma xenofoba che fa tanto male senza darlo troppo a vedere.
da Il Manifesto