Pubblicato in 2015, Le notizie del portale a buon diritto il 08 mag, 2015
Ma così si rischia solo di sfruttarli ancora
la Repubblica, 08-05-2015
MARIA ELENA VINCENZI
L`INTERVISTA / IL SENATORE LUIGI MANCONI
ROMA. Senatore Luigi Manconi, lei presiede la Commissione per la Tutela dei Diritti Umani. Una circolare del Viminale, che prevede che i richiedenti asilo lavorino come volontari per gli enti locali, ha scatenato parecchie polmiche. Cosa ne pensa?
«Bisogna partire da una incongruenza dell`attuale normativa che vieta ai richiedenti asilo, per i primi sei mesi di attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, di svolgere qualunque attività lavorativa retribuita. Questo, effettivamente, determina nei profughi una condizione di smarrimento e aggiunge allo stato di obiettiva marginalità e di ansia per l`esito della richiesta, una situazione di vuoto. Non solo: l`inattività viene percepita dai residenti italiani quasi come un`ulteriore colpa, tanto più perché si ignora o si vuole ignorare che si tratta di persone in fuga da guerre etniche e tribali, da persecuzioni di natura religiosa, politica, sessuale e da catastrofi naturali, miseria e carestia. Di conseguenza, l`idea di offrire loro un`attività è decisamente positiva. Ma a questo punto intervengono le perplessità».
Ovvero?
«Non sono convinto che in tutto il territorio nazionale sia possibile garantire l`assoluta volontarietà del lavoro svolto, il fatto cioè che dipenda da una scelta totalmente libera. Temo, in altre parole, che in più di una situazione quel lavoro volontario si presti a essere sfruttato; e che he non sia garantita affatto quella condizione molto significativa affermata al punto 4 della circolare, che prevede una qualche attività di formazione. E, ancora, che si tratti effettivamente di un lavoro "di pubblica utilità", come dice la circolare, e indirizzato a uno "scopo sociale", perché è proprio questo che potrebbe favorire una maggiore accoglienza da parte dei residenti e una più equilibrata convivenza. Ma ritengo sia necessario porre un`ulteriore condizione».
Quale?
«Tutto ciò avrebbe un senso se questo volontariato fosse preliminare - mi si dice che al Viminale provvidenzialmente qualcuno la pensa così- all`inserimento dei richiedenti asilo e rifugiati all`interno di progetti di lavori socialmente utili. Dunque, remunerati modestamente e, tuttavia, remunerati. In caso contrario, sì, il rischio della discriminazione è forte».
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