Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 18 gen, 2021
Non si può morire di freddo
A Roma sono almeno 8mila le persone senza dimora, 3mila delle quali non hanno nulla e sono costrette a dormire all'aperto. Da novembre 2020 a metà gennaio 2021 nove persone senza fissa dimora sono morte per strada a causa del freddo.
Ogni anno quando sta per arrivare l'inverno a Roma si parla di "emergenza freddo". Ma il freddo e l’inverno, al contrario di un terremoto o di un evento catastrofico inaspettato e improvviso, non sono un'emergenza. Sappiamo che ciclicamente in determinati mesi si ripresenteranno. Eppure ogni volta ci facciamo cogliere impreparati, mettendo a rischio la vita e la dignità di migliaia di persone.
Perché il Comune di Roma non interviene? Perché non si dota di un piano strutturato che preveda la messa a disposizione di edifici e stabili comunali o statali, di alberghi, di strutture come quelle oggi chiuse a causa del Covid-19, da destinare alle fasce più fragili e a rischio della popolazione? Perché, ancora, l'amministrazione non ascolta e non crea una sinergia con le organizzazioni della società civile che sul territorio hanno sempre portato e continuano a portare aiuti e sostegno a chi è più vulnerabile?
Occorre che la sindaca Raggi e la sua giunta agiscano in fretta, e agiscano ora!
Per questo abbiamo aderito alla petizione lanciata da Nonna Roma su Change.org, con la quale si richiede l'apertura straordinaria notturna delle stazioni metro per permettere alle persone senza dimora di trovare riparo dal gelo delle notti più fredde.
Sappiamo bene che non si tratta di una soluzione che risolve la questione del diritto all'abitare o della presa in carico e dell'accoglienza delle persone, ma è un'azione umanitaria utile che può salvare nell'immediato delle vite, in attesa che la politica dia risposte strutturali e di lungo periodo.
La pressione soprattutto delle associazioni ha portato l'Assemblea Capitolina ad approvare una mozione che impegna la sindaca e la giunta ad aprire subito le stazioni. Adesso tocca all'Amministrazione Comunale dare seguito a quanto deciso, e ci auguriamo che tale richiesta e tale imperativo morale non vengano elusi.