Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 22 dic, 2021
La perversa letteratura processuale nelle motivazioni della condanna di Mimmo Lucano
Un articolo di Luigi Manconi su La Repubblica del 22 dicembre 2021
A leggere le 904 pagine delle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, e dei suoi soci e collaboratori, c’è da trasecolare. Il testo e la sua scrittura costituiscono un documento chiarificatore su come NON si dovrebbe giudicare e sanzionare all’interno di uno stato di diritto. Un esempio di letteratura processuale perversa, dove abbondano i giudizi morali e quelli moralistici, le considerazioni politiche, le riflessioni sociologiche, le analisi di natura generale (proprio quando entra in vigore il decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza).
Mentre, così vogliono la Costituzione e la legge, una sentenza e le sue motivazioni dovrebbero fondarsi tutte sull’analisi delle prove e delle circostanze, destinate ad accertare la sussistenza di una fattispecie penale e individuarne il responsabile. Questo, al contrario, rappresenta una parte minore e, direi, poco significativa di quelle benedette 904 pagine.