Pubblicato in 2016, Le notizie del portale a buon diritto il 29 nov, 2016
Accoglienza migranti a Roma, Croce Rossa: Situazione paradossale
Da Redattore Sociale del 27 novembre 2016
De Acutis, responsabile del presidio umanitario di via del Frantoio: “Abbiamo una struttura in cogestione con il comune ma non sappiamo più cosa fare, né cosa dire ai nostri ospiti”. Il rischio è che dal 1 gennaio il centro venga chiuso: ad oggi ha ospitato 1.700 persone
ROMA - “Siamo in una situazione paradossale, che non ha precedenti nella storia. L’assessora ci rifiuta gli appuntamenti, si fa negare al telefono, non ci invita agli eventi. Sta sostanzialmente giocando a nascondino con la Croce Rossa italiana, con la città di Roma e con i migranti in transito. Non sappiamo cosa succederà di noi al 1 gennaio”. E’ lo sfogo durissimo di Giorgio De Acutis, responsabile del presidio umanitario di via del Frantoio, cogestito dall’organizzazione e dal Comune di Roma. Una struttura che dal 1 gennaio ad oggi ha ospitato 1.700 persone, la maggior parte delle quali in transito. Il 31 dicembre prossimo scadrà la convenzione e a oggi non si sa ancora se verrà rinnovata o il presidio sarà chiuso.
“Si tratta di un cofinanziamento al 49 per cento della Croce rossa e al 51 per cento del Comune di Roma – spiega -. L’ edificio dove sorge il centro era stato posto sotto sequestro perché affidato in precedenza a una delle cooperative legate all’inchiesta Mafia capitale. Siamo in presenza, dunque, di una struttura sottratta alla mafia, gestita dalla Cri che cofinanzia il progetto e che contribuisce con il lavoro dei suoi volontari. Si tratta di una situazione che, a mio parere, dovrebbe essere vantaggiosa per il Comune di Roma. E, invece, oggi siamo in una situazione assurda in cui non riusciamo neanche più a comunicare con l’assessora. Non siamo neanche più convocati alle riunioni con le altre associazioni. Eppure siamo impegnata al fianco dei transitanti almeno di 4 anni, crediamo di avere qualcosa da dire”.
A via del Frantoio ci sono oggi 95 ospiti: "in realtà i posti sarebbero 85 ma a volte arriviamo anche a 105 – spiega ancora De Acutis - Nelle scorse settimane, dopo i continui sgomberi dei migranti dell’ex Baobab ci sono arrivati molti casi vulnerabili. La sala operativa del Comune, infatti, siccome non ha alternative, continua a inviare da noi le persone in condizioni più fragili, come le vittime di tortura e le donne incinte. Oggi però non sappiamo dove manderemo queste persone dal 1 gennaio”. Il responsabile del progetto ricorda che durante il Consiglio straordinario sul Baobab, “tutte le forze politiche, da Sel a Forza Italia, erano d’accordo nel dire che queste persone vanno accolte. Ecco, noi oggi vogliamo un’assunzione di responsabilità da parte della politica – sottolinea - l’amministrazione capitolina deve dire se vuole dare accoglienza alle persone escluse da i circuiti formali. Se vuole farlo ci deve dire in che modo , dove e a chi vuole affidarne la gestione.
Per De Acutis non è posibile, invece, che "si vada avanti solo con continui sgomberi che distolgono le forze dell’ordine da quelli che sono i loro doveri e le obbligano ad andare a fare interventi contro delle persone che non chiedono altro che un letto e un pasto caldo. Inoltre, in questo modo si sta obbligando anche il volontariato a stare su strada -continua - E’ incredibile". Altrimenti, continua ancora il responsabile di Cri: "se la giunta pensa che non si debba dare accoglienza deve dirlo chiaramente. Così poi la Croce rossa, con i suoi volontari e le sue risorse, si organizzerà in altro modo. A oggi leggiamo della posizione dell’assessora solo da quanto dichiara su Facebook o sui giornali, parla di progetti misteriosi di cui nessuno sa niente, e si nega a noi. Aveva detto che avrebbe risolto la situazione del Baobab entro ferragosto, ci ha coinvolto per un mese e mezzo in continue riunioni, dopodiché si è eclissata”.
In queste settimane diverse associazioni hanno protestato per la mancanza di un progetto dell’amministrazione capitolina sull’accoglienza ai migranti. Nonostante l’assessora Baldassarre, continui infatti ad annunciare l'apertura a breve di un hub per i transitanti, secondo le organizzazioni impiegate nella tutela dei diritti la situazione di stallo sta creando soltanto problemi alla città e ai migranti stessi. “L'assenza di qualunque iniziativa da parte del Comune di Roma sul fronte all'accoglienza è ormai insostenibile - sottolinea in una nota l'associazione A buon diritto -. Da tempo segnaliamo che le strutture presenti non sono sufficienti a rispondere in maniera idonea alle esigenze del territorio, e siamo certi che la situazione peggiorerà con la possibile chiusura del presidio umanitario di Via del Frantoio a Tiburtina, gestito dalla Croce Rossa. Il 31 dicembre, infatti, scade il protocollo d'intesa con il Comune e a meno di un mese da quella data non ci sono ancora notizie certe. Chiediamo dunque all'amministrazione comunale di farsi carico della problematica che non riguarda solo i migranti da accogliere ma la cittadinanza intera. L'accoglienza, quando è ben fatta, è fondamentale affinché si intraprendano percorsi validi ed efficaci di integrazione da un lato, e si prevengano eventuali episodi di tensione sociale”. Anche la portavoce dell'Unhcr per il Sud Europa, Carlotta Sami, ha spiegato a Redattore sociale che è urgente assicurare “un’accoglienza degna a donne uomini e bambini che oggi dormono all’addiaccio nella città di Roma”. Prima di lei avevano preso posizione anche Amnesty International, Medici senza frontiere, e Medici per i diritti umani (il cui presidio umanitario a Tiburtina è stato sgomberato la scorsa settimana). (ec)