Pubblicato in 2015, Le notizie del portale a buon diritto il 27 apr, 2015
Il mondo invisibile dietro le sbarre
la Repubblica, 26-04-2015
Adriano Prosperi
DUECENTOCINQUANT'ANNI fa, mese più mese meno, usciva un libro che per la prima volta proponeva di abolire la pena di morte e dichiarava aperta la crisi di un paradigma plurimillenario: quello della pena legale come illimitata vendetta. Il successo di opinione fu vastissimo. E da allora cominciò un percorso che dura ancora, quello della progressiva affermazione di un principio: l'indisponibilità della vita umana nel sistema delle pene. Oggi un altro libro sceglie la data della Liberazione per ricordarci che la mancanza di libertà è mancanza di vita. Abolire il carcere di Luigi Manconi (con Stefano Anastasia, Valentina Calderone e Federica Resta, postfazione di Gustavo Zagrebelsky) spiega come il diritto di uccidere, apparentemente sconfitto, abbia solo cambiato forma: sopravvive, più crudele, nell'altra forma della pena, quella che Beccaria, sbagliando, riteneva più dolce – il carcere. Il carcere oggi è agli antipodi del luogo di solitudine, penitenza e rigenerazione morale che fu nelle sue origini monastiche; e non reca più nessun tratto dell'utopia punitiva sognata dalla ragione illuministica.
È diventato un mondo parallelo, abitato da un'umanità a cui si chiede semplicemente di non esistere. Come ha scritto Ernst von Solomon, il carcerato non può concepire come fuori dalla sua cella «lo spazio possa avere estensione e il tempo movimento». E anche Vittorio Foa ammise di aver provato nel suo lunghissimo periodo carcerario un «progressivo svanire della volontà col decorso del tempo».
Il costo economico del sistema carcerario è altissimo e in crescita. In Italia, dove è rimasto quasi l'unica forma di punizione, lo si tiene in vita per corteggiare lo spirito forcaiolo di una popolazione che si ritiene civile e accogliente ma che a ogni delitto chiede che il colpevole sia recluso e che si gettino via le chiavi. Eppure, come dimostrano i dati spesso inediti e sconvolgenti riportati dagli autori, chi viene punito col carcere nella maggior parte dei casi tornerà al delitto mentre là dove si ricorre a pene diverse la recidiva crolla a percentuali minime. E così raggiungiamo anche qui record negativi nel contesto europeo. L'affollamento carcerario è stato ridotto solo per l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Capita così che quella che potrebbe sembrare una pura provocazione intellettuale risulti la più onesta e realistica soluzione. Questa " ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini" non è sorella della "modesta proposta" di Jonathan Swift. In Italia non si mangiano bambini per risolvere il problema della carestia: però qui da noi bambini senza colpa vedono il sole a scacchi se nascono dalla madre sbagliata. E la buona coscienza dei cittadini non ne viene turbata: la doppia esclusione del carcere dalla città e del carcerato dalla vita reale, dal lavoro, dagli affetti rendono invisibile a tutti l'esistenza di quel mondo parallelo.
ABOLIRE IL CARCERE
di Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Federica Resta
CHIARELETTERE
PAGG . 150 EURO 12